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[ Se vuoi un anno di prosperità devi fai crescere del grano,
se vuoi dieci anni di prosperità fai crescere un albero,
se vuoi cento anni di prosperità devi far crescere un uomo. ]
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VIAGGIO GIUGNO 2017
Il 2017 in Kenya è stato un anno molto faticoso a causa della quasi totale assenza delle stagioni delle piogge brevi. Le conseguenze in una regione rurale quale quella di Romamwe hanno messo la scuola in forte difficoltà. Al nostro arrivo lo shamba non era più in grado di fornire alcun apporto per l’alimentazione degli studenti, i torrenti stagionali erano in secca e il prezzo dei beni di prima necessità era aumentato anche di sei volte tanto. Ad esempio, un secchio da circa 20kg di patate che costava 150ksh ora era aumentato a 700ksh.
Proprio in questo contesto proseguire con il progetto per il pozzo a Romamwe è stato molto stimolante. Oltre ad incontrarci con alcuni dipendenti della Dawagi (ditta Kenyota che ora gestisce i lavori di scavo e realizzazione) è stato d’importanza fondamentale organizzare incontri con la comunità della scuola e del villaggio di Mugumojini, cui il pozzo è destinato. Durante questi incontri si sono definite le future modalità di utilizzo dell’acqua e le tappe per la raccolta fondi e l’inizio dei lavori. Chiedere un contributo da parte della comunità è stato impegnativo, ma la risposta dei partecipanti, sia dal punto di vista del coinvolgimento sia da quello economico, è stata molto soddisfacente.
Abbiamo potuto osservare e partecipare alla realizzazione dei mattoni in terra cruda pressata stabilizzata con la nuova macchina Makiga della scuola. Le due vecchie aule in lamiera sono ora adibite a deposito e laboratorio per la realizzazione dei mattoni. Questi sono stati utilizzati per la prima volta nella costruzione del nuovo blocco di bagni per le ragazze. Dopo aver disegnato e redatto con James il preventivo del progetto è iniziata la costruzione: sono stati utilizzati più di 700 mattoni.
Nel pensare alla costruzione di questi nuovi bagni abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con altre tecnologie utilizzate in scuole della zona per lo smaltimento dei rifiuti organici, quali il biogas.
Dopo più di tre anni di progetto a Romamwe è stato possibile coinvolgere maggiormente alcune figure della scuola, che dimostrano di tenere particolarmente al progetto: James, Mwangi, Francis, Stephen, Assunta e Jaqueline ora si incontrano mensilmente a casa di Rose per discutere e condividere i vari aspetti del progetto e della vita di Romamwe.
Proprio in questo contesto proseguire con il progetto per il pozzo a Romamwe è stato molto stimolante. Oltre ad incontrarci con alcuni dipendenti della Dawagi (ditta Kenyota che ora gestisce i lavori di scavo e realizzazione) è stato d’importanza fondamentale organizzare incontri con la comunità della scuola e del villaggio di Mugumojini, cui il pozzo è destinato. Durante questi incontri si sono definite le future modalità di utilizzo dell’acqua e le tappe per la raccolta fondi e l’inizio dei lavori. Chiedere un contributo da parte della comunità è stato impegnativo, ma la risposta dei partecipanti, sia dal punto di vista del coinvolgimento sia da quello economico, è stata molto soddisfacente.
Abbiamo potuto osservare e partecipare alla realizzazione dei mattoni in terra cruda pressata stabilizzata con la nuova macchina Makiga della scuola. Le due vecchie aule in lamiera sono ora adibite a deposito e laboratorio per la realizzazione dei mattoni. Questi sono stati utilizzati per la prima volta nella costruzione del nuovo blocco di bagni per le ragazze. Dopo aver disegnato e redatto con James il preventivo del progetto è iniziata la costruzione: sono stati utilizzati più di 700 mattoni.
Nel pensare alla costruzione di questi nuovi bagni abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con altre tecnologie utilizzate in scuole della zona per lo smaltimento dei rifiuti organici, quali il biogas.
Dopo più di tre anni di progetto a Romamwe è stato possibile coinvolgere maggiormente alcune figure della scuola, che dimostrano di tenere particolarmente al progetto: James, Mwangi, Francis, Stephen, Assunta e Jaqueline ora si incontrano mensilmente a casa di Rose per discutere e condividere i vari aspetti del progetto e della vita di Romamwe.
The 2017 has been a very tough year because of the nearly total absence of short wet-seasons. The consequences are some real big difficulties for the rural area of Romamwe and, in particular, for the school. When we arrived, the shamba couldn’t provide anymore the products for the nutrition of the students, the seasonal streams were all dried and the prices of the main goods were increased more than 6 times. For instance, the price of a 20kg bucket of potatoes, which normally costs 150ksh, was increased up to 700ksh.
Therefore, we were very motivating to run the construction work of a water well in Romamwe.
We met with some employees of Dawangi (a Kenyan firm responsible for the digging work and construction site) and we also planned fews meetings with the community of the school and the village of Mugumojini, which will be a beneficiary of the water well. During these meetings, we agreed upon the instructions and manners for the future employment of the water and, at the same time, we planned the fundraising and the construction works. It was not easy to ask the community a grant for the well construction, but the involvement they showed us was very satisfying.
Moreover, we observed and tried to produce some bricks with ground soil, pressed and stabilized by the new machine of the school, the Makiga. The two old classrooms made of metal foils are now designated as deposit and lab for the production of bricks, which were used for the first time to build up a new block toilet for ladies. The construction began after we estimated and established with James the cost of the project: more than 700 bricks were used.
While we were planning the construction of the new toilets, we had the opportunity to see different technologies that the other schools of the area are using for the management of the organic wastes, such as biogas.
After more than three years from the beginning of our project with Romamwe, we finally managed to get the individuals from the school, who showed a true interest in the project, more active and involved: James, Mwangi, Francis, Stephen, Assunta and Jaqueline are meeting now regularly every month to discuss and share their ideas about the project and the life at Romamwe.
La terra degli scavi delle fondazioni del nuovo bagno viene setacciata e utilizzata per la realizzazione dei mattoni.
I mattoni realizzati con la macchina della Makiga vengono fatti seccare nelle vecchie aule in lamiera.
Siccità a Romamwe.
VIAGGIO DICEMBRE 2016
Siamo tornati a Romamwe a dicembre. Ogni ritorno è diverso, ogni volta sembra di guardare la scuola, la comunità e il progetto che cresce da una prospettiva differente, ogni volta si coglie una realtà nuova.
Ogni viaggio ha la sua particolarità.
Il primo, marzo 2015, è stato il viaggio della scoperta, non sapevamo nulla, come e se le aule stessero sorgendo, come si chiamavano gli insegnanti per nome, che facce avevano i bimbi, che paesaggio circondava la scuola. È stato il momento di porre le basi di una collaborazione, di capire la distanza fisica e culturale e di trovare la strada per colmarla e renderla un punto di forza.
Il secondo, febbraio 2016, è stato il viaggio del conoscersi, approfondire i rapporti, condividere gli obiettivi del progetto, soffermarsi sulle esigenze e sulle aspettative della comunità. È stato il momento di mettere le basi per rendere la scuola autosufficiente, per pensare come farlo e in quanto tempo.
Il terzo, dicembre 2016, è stato il viaggio per la comunità, conoscere meglio le famiglie, visitandole casa per casa, rispondere più concretamente alle loro esigenze e chiedere loro una collaborazione attiva e interessata al progetto di Romamwe. È stato il momento in cui abbiamo iniziato a intravedere le strade aperte che ci porteranno alla conclusione del progetto: una scuola autosufficiente, un corpo insegnanti presente nel tempo, una comunità che lavora insieme.
Il cammino è ancora lungo, ci attendono altri viaggi con le loro caratteristiche peculiari, ogni momento ha il suo significato, da questo il nostro impegno a continuare a scendere con costanza e con la voglia di crescere insieme.
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Ogni viaggio ha la sua particolarità.
Il primo, marzo 2015, è stato il viaggio della scoperta, non sapevamo nulla, come e se le aule stessero sorgendo, come si chiamavano gli insegnanti per nome, che facce avevano i bimbi, che paesaggio circondava la scuola. È stato il momento di porre le basi di una collaborazione, di capire la distanza fisica e culturale e di trovare la strada per colmarla e renderla un punto di forza.
Il secondo, febbraio 2016, è stato il viaggio del conoscersi, approfondire i rapporti, condividere gli obiettivi del progetto, soffermarsi sulle esigenze e sulle aspettative della comunità. È stato il momento di mettere le basi per rendere la scuola autosufficiente, per pensare come farlo e in quanto tempo.
Il terzo, dicembre 2016, è stato il viaggio per la comunità, conoscere meglio le famiglie, visitandole casa per casa, rispondere più concretamente alle loro esigenze e chiedere loro una collaborazione attiva e interessata al progetto di Romamwe. È stato il momento in cui abbiamo iniziato a intravedere le strade aperte che ci porteranno alla conclusione del progetto: una scuola autosufficiente, un corpo insegnanti presente nel tempo, una comunità che lavora insieme.
Il cammino è ancora lungo, ci attendono altri viaggi con le loro caratteristiche peculiari, ogni momento ha il suo significato, da questo il nostro impegno a continuare a scendere con costanza e con la voglia di crescere insieme.
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In December, we came again to Romamwe. Every visit we take there is different and every time it seems we are looking at the school, the community and the project from a different point of view, catching a new prospective of the reality.
Every journey has its own distinctive trait.
The first one, March 2015, was the discovering journey; we didn’t know anything, how and whether the rooms would rise up, what were the names of the teachers and the faces of the children and what kind of environment was surrounding the school. It was the moment to set up the basis for a good partnership, to understand the physical and cultural distance between them and us, to find the way to overcome it and turn it into the key strength.
The second journey, February 2016, was meant to get to know each other better, to deepen our relationship, to share and discuss about the project purposes and to dwell upon the community needs and expectations. It was the moment for laying the basis and for thinking about how to make the school self-sufficient and in how much time.
The third, December 2016, was the journey devoted to the community. We tried to become acquainted with the families by visiting their homes to meet better their necessity and ask them an active concern and involvement in the project regarding Romamwe. In that moment, we started to see all the goals that will lead to the ending of the project: a self-sufficient school, a stable team of teachers that will present in the upcoming time, a community that works together.
The way is still long, new journeys will come with their own features. Every moment has its own meaning and starting from this point we put our effort and try to go there often, bringing with us the will for growing up together.
Every journey has its own distinctive trait.
The first one, March 2015, was the discovering journey; we didn’t know anything, how and whether the rooms would rise up, what were the names of the teachers and the faces of the children and what kind of environment was surrounding the school. It was the moment to set up the basis for a good partnership, to understand the physical and cultural distance between them and us, to find the way to overcome it and turn it into the key strength.
The second journey, February 2016, was meant to get to know each other better, to deepen our relationship, to share and discuss about the project purposes and to dwell upon the community needs and expectations. It was the moment for laying the basis and for thinking about how to make the school self-sufficient and in how much time.
The third, December 2016, was the journey devoted to the community. We tried to become acquainted with the families by visiting their homes to meet better their necessity and ask them an active concern and involvement in the project regarding Romamwe. In that moment, we started to see all the goals that will lead to the ending of the project: a self-sufficient school, a stable team of teachers that will present in the upcoming time, a community that works together.
The way is still long, new journeys will come with their own features. Every moment has its own meaning and starting from this point we put our effort and try to go there often, bringing with us the will for growing up together.
Nursery e Borse di studio
Nursery
Durante la nostra permanenza a Romamwe sono state concluse le tre aule dell’asilo, ospiteranno i bambini tra i 3 e i 5 anni. L’edificio è davvero accogliente, con grandi lavagne e muri bianchi e molto lisci. Ogni aula è stata dotata di materassi per i riposini dei piccoletti e di grandi tavoli e sedie colorate. Grazie ad una donazione della famiglia Rabajoli i bambini hanno anche dei nuovi giochi con cui divertirsi: bambole e macchinine, ovviamente, ne sono entusiasti!
Borse studio
Le prime due borse di studio sono state assegnate a Jimmy e Lillian, i ragazzi hanno appena sostenuto l’esame conclusivo della primary e sono i due più bisognosi e meritevoli del loro anno.
Il progetto prevede, infatti, l’assegnazione di due borse di studio all’anno per tre anni consecutivi, che garantiscano ai due studenti bisognosi e meritevoli il sostegno nel pagamento della retta scolastica per i quattro anni della secondary school.
Il progetto ha l’obiettivo di garantire ai ragazzi che si impegnano nello studio la possibilità di proseguire il proprio percorso anche in assenza di un contributo economico da parte della famiglia.
Durante la nostra permanenza a Romamwe sono state concluse le tre aule dell’asilo, ospiteranno i bambini tra i 3 e i 5 anni. L’edificio è davvero accogliente, con grandi lavagne e muri bianchi e molto lisci. Ogni aula è stata dotata di materassi per i riposini dei piccoletti e di grandi tavoli e sedie colorate. Grazie ad una donazione della famiglia Rabajoli i bambini hanno anche dei nuovi giochi con cui divertirsi: bambole e macchinine, ovviamente, ne sono entusiasti!
Borse studio
Le prime due borse di studio sono state assegnate a Jimmy e Lillian, i ragazzi hanno appena sostenuto l’esame conclusivo della primary e sono i due più bisognosi e meritevoli del loro anno.
Il progetto prevede, infatti, l’assegnazione di due borse di studio all’anno per tre anni consecutivi, che garantiscano ai due studenti bisognosi e meritevoli il sostegno nel pagamento della retta scolastica per i quattro anni della secondary school.
Il progetto ha l’obiettivo di garantire ai ragazzi che si impegnano nello studio la possibilità di proseguire il proprio percorso anche in assenza di un contributo economico da parte della famiglia.
Nursery
During ours staying at Romamwe three more rooms of the Nursery were build. These rooms will be hosting children from 3 to 5 years old. The building itself is very cosy, it has big blackboards and white and very smooth walls. Every room is provided with mattresses for the kids’ naps, big tables and coloured chairs. The children have also now new games to play with such as dolls and cars, thanks to the donation of Rabajoli’s family. They are, clearly, so happy of their new games!
The scolarship
The first two scholarships have been given out to Jimmy and Lillian. They have just passed the final exam at the end of the primary school. From their whole study year, they are the ones who need it and deserve it more.
The project, indeed, provides two scholarships every year for three years in a row and it guarantees help to the two most needy and deserving students in sustaining the boarding costs for the next four years of secondary school.
The project aim is to give to the children, who show care and will in the studies, the opportunity of continuing their ways even if their family cannot provide the financial support.
During ours staying at Romamwe three more rooms of the Nursery were build. These rooms will be hosting children from 3 to 5 years old. The building itself is very cosy, it has big blackboards and white and very smooth walls. Every room is provided with mattresses for the kids’ naps, big tables and coloured chairs. The children have also now new games to play with such as dolls and cars, thanks to the donation of Rabajoli’s family. They are, clearly, so happy of their new games!
The scolarship
The first two scholarships have been given out to Jimmy and Lillian. They have just passed the final exam at the end of the primary school. From their whole study year, they are the ones who need it and deserve it more.
The project, indeed, provides two scholarships every year for three years in a row and it guarantees help to the two most needy and deserving students in sustaining the boarding costs for the next four years of secondary school.
The project aim is to give to the children, who show care and will in the studies, the opportunity of continuing their ways even if their family cannot provide the financial support.
Visite alla Comunità
Una grande novità del viaggio è stato l’incontro con figure di spicco della comunità a cui appartiene la scuola di Romamwe. Abbiamo, dunque, partecipato ad un meeting con gli anziani del villaggio di Mugumojni, utile per porre le basi dei progetti che sono stati messi in atto nell’ultimo periodo, pozzo e borse di studio, e per evidenziare l’importanza del coinvolgimento diretto della comunità all’interno del progetto. Inoltre, abbiamo potuto incontrare il subchief dell’area, il quale si è dimostrato disponibile a collaborare con noi.
Durante la nostra permanenza siamo stati invitati presso le case dei genitori dei ragazzi di Romamwe. Abbiamo, così, avuto la possibilità di conoscere da vicino le famiglie e le singole persone, che ci piace pensare siano il cuore del nostro progetto.
Pozzo
Partendo dalle esigenze più urgenti della scuola e della comunità, abbiamo avviato il progetto di costruzione di un pozzo. Esso sarà collocato all’interno del terreno di Romamwe e sarà, però, utilizzato da tutti i membri della comunità circostante che prenderanno parte alle spese e ai lavori di costruzione e mantenimento.
Il preventivo del pozzo prevede una spesa di 28’600 €, di cui il 30% del totale verrà sostenuto dalla comunità mediante la raccolta di fondi e la disponibilità di manodopera, il restante 70% verrà sostenuto dall’associazione Karibu Ndugu, con il contributo di 10’000€ da parte di XL Catlin.
È stato istituito un comitato, composto da figure importanti della comunità e da due dei ragazzi di Karibu, che ha il compito di raccogliere i fondi dalle famiglie, prendere accordi con l’azienda che costruirà il pozzo, seguire i lavori e far rispettare le regole per l’utilizzo e il mantenimento del pozzo stesso.
Durante la nostra permanenza siamo stati invitati presso le case dei genitori dei ragazzi di Romamwe. Abbiamo, così, avuto la possibilità di conoscere da vicino le famiglie e le singole persone, che ci piace pensare siano il cuore del nostro progetto.
Pozzo
Partendo dalle esigenze più urgenti della scuola e della comunità, abbiamo avviato il progetto di costruzione di un pozzo. Esso sarà collocato all’interno del terreno di Romamwe e sarà, però, utilizzato da tutti i membri della comunità circostante che prenderanno parte alle spese e ai lavori di costruzione e mantenimento.
Il preventivo del pozzo prevede una spesa di 28’600 €, di cui il 30% del totale verrà sostenuto dalla comunità mediante la raccolta di fondi e la disponibilità di manodopera, il restante 70% verrà sostenuto dall’associazione Karibu Ndugu, con il contributo di 10’000€ da parte di XL Catlin.
È stato istituito un comitato, composto da figure importanti della comunità e da due dei ragazzi di Karibu, che ha il compito di raccogliere i fondi dalle famiglie, prendere accordi con l’azienda che costruirà il pozzo, seguire i lavori e far rispettare le regole per l’utilizzo e il mantenimento del pozzo stesso.
Visiting the community
The big news of our visit to Romamwe was, this time, the meeting with the persons who have the highest position in the community to which belongs Romamwe school. Therefore, we took part in the meeting with the senior of Mugumojni village and it was very useful in order to place the basis for the projects that we recently started -the well and the scholarships- and to point out how important is to directly involve the community in those projects. Moreover, we had the opportunity to meet the sub-chief of the area, who seemed to be interest in working together with us.
During our staying, we were invited to the houses of Romamwe students’ parents. In this way, we got the chance to meet their families and the single members, who we like to consider to be the heart of our project.
The borehole
Looking at what seems to be the most urgent needs of the school and the community, we started a new project for building up a well. It will be located inside the boundary of Romamwe. However, it will be available and employed by all the members of the surrounding community, that is being involved in the costs, in the construction and maintenance working.
The estimated price of the well is around 28.000 €, 30% of which will be paid by the community itself throughout fundraising and workers availability, while the remaining 70% will be given by Karibu Ndugu association, together with 10.000€ donating by XL Catlin.
A management committee for the well construction has been established: it is composed by important persons from the community plus two Karibu members. The committee role is to gather the fund coming from the families and to manage and keep the contact with the company, which is responsible for building, following the construction and taking care of the well and setting up the rules for its usage.
VIAGGIO FEBBRAIO 2016
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Don't forget to brush your teeth 2016
Al nostro arrivo siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla fila di bambini che prima di ogni pasto si forma davanti ai lavandini: si lavano le mani, come avevamo insegnato loro l'anno scorso. Abbiamo deciso anche questa volta di aggiungerne un pezzetto. Abbiamo comprato uno spazzolino per ogni bimbo, dato loro asciugamani (gentilmente regalati dall'Italia) e prodotto insieme un dentifricio a base di sale e bicarbonato: economico e facile da produrre di nuovo.
Oggi ogni classe ha un responsabile tra gli studenti che si occupa di procurare il dentifricio e tutti i bimbi, dai più grandi ai piccoli della nursery, fanno a gara per essere i primi a lavarsi i denti dopo pranzo.
Oggi ogni classe ha un responsabile tra gli studenti che si occupa di procurare il dentifricio e tutti i bimbi, dai più grandi ai piccoli della nursery, fanno a gara per essere i primi a lavarsi i denti dopo pranzo.
When we arrived it was such a nice surprise to see the children lined up forming a queue in front of the sink: they were washing their hands in the way we taught them last year. Therefore, we decided to teach them something once more. We bought one tooth-brush for every kid and we also gave to each of them a towel, which was a nice donation from Italy. We prepared the toothpaste by combining together salt and bicarbonate: it’s cheap and easy to make. At the moment there is a student who is responsible to provide it to all the other children and all of them, the elders as much as the younger ones from the Nursery try to compete to be the first to brush their teeth after lunch.
Slow food: lo shamba (orto) 2016
Nel 2016 è nato lo shamba, l'orto di Romamwe. Quando siamo arrivati aveva già avuto modo di crescere e forniva le patate per i pranzi degli studenti. Durante la nostra permanenza è venuto alla scuola un referente locale di Slow Food Africa: la fondazione ha un progetto per sostenere 10'000 orti in Africa. Oggi Romamwe è ufficialmente partner di Slow Food, uno di questi 10'000. Vengono sperimentate innovazioni per ottimizzare le colture, c'è un agronomo che segue gli sviluppi dell'orto e dà le direttive sugli ortaggi da preferire.
Due insegnanti hanno preso a cuore la cura dell'orto e tutti i giorni vanno nello shamba con una classe di studenti. Così insieme alle verdure stanno crescendo i nostri bimbi.
Due insegnanti hanno preso a cuore la cura dell'orto e tutti i giorni vanno nello shamba con una classe di studenti. Così insieme alle verdure stanno crescendo i nostri bimbi.
In 2016 was established the ‘Shamba’, Romamwe’s garden. When we arrived it was already active and productive, providing potatoes for the students’ meals. During our stay in Romamwe a local delegate from the organization Slow Food Africa came to visit the school: this organization has already a project to support the set up of 10’000 gardens in Africa.
At the moment Romamwe is officially partner with Slow Food.
The collaborators are now testing new method to improve the cultivations to get them as much productive as possible. There is an agronomist who is following the garden improvements and he is also giving suggestions regarding which vegetable they should grow. Two teachers are responsible for and at the same time take care of the garden and they go to the Shamba together with one class everyday. In this way they teach and “grow” the children together with the vegetables.
At the moment Romamwe is officially partner with Slow Food.
The collaborators are now testing new method to improve the cultivations to get them as much productive as possible. There is an agronomist who is following the garden improvements and he is also giving suggestions regarding which vegetable they should grow. Two teachers are responsible for and at the same time take care of the garden and they go to the Shamba together with one class everyday. In this way they teach and “grow” the children together with the vegetables.
Lavori 2016
Avanzano i lavori mentre viviamo alla scuola. Conosciamo i muratori, ogni giorno seguiamo il loro lavoro e a fine giornata chiacchieriamo, sorseggiando un chai, pianificando insieme le prossime costruzioni.
During our visit at the school we could see some “work in progress”. We met the bricklayers and we followed the works day by day. At the end of the day we chatted with them and drunk chai while planning the future steps.
Batik 2016
Anche quest'anno abbiamo organizzato un laboratorio di batik con i ragazzi di Romamwe. Hanno disegnato sulle stoffe, ripassato con la cera calda ed infine intinto le loro opere nelle tinture. A fine lavoro abbiamo steso i capolavori uno in fila all'altro, un po' per farli asciugare e un po' per vederli tutti insieme.
Una selezione dei batik prodotti saranno portati ai nostri eventi per il mercatino Karibu,qualcuno così com'è, qualcuno rivisitato a produrre borse di tela o astucci.
Una selezione dei batik prodotti saranno portati ai nostri eventi per il mercatino Karibu,qualcuno così com'è, qualcuno rivisitato a produrre borse di tela o astucci.
This year as in the past, we organized a Batik workshop with the children of Romamwe. They drew on cloths, then they passed by again with hot wax and then they dip their works in the dyes. When we finished all the steps we hung them one by one next to each other, in order to dry them up and to see all of them together.
Some of them were selected and brought to Italy to be sold during our events, some just like they were done by the children, some others used for creating nice bags or pencilcases.
Some of them were selected and brought to Italy to be sold during our events, some just like they were done by the children, some others used for creating nice bags or pencilcases.
Annuario 2016
Ecco le foto delle nove classi della scuola, le otto della Primary (elementari più medie) più la Nursery (asilo).
Here the pictures of the nine classes of the school: eight are from the Primary and one is from the Nursery.
Here the pictures of the nine classes of the school: eight are from the Primary and one is from the Nursery.
Olimpiadi 2016
Anche quest'anno abbiamo organizzato due giornate di giochi olimpici! Le accese sfide hanno coinvolto tutti, tanto i bambini quanto gli insegnanti e noi stessi.
Abbiamo poi avuto modo di premiare gli atleti più meritevoli di ogni classe con un regalo dall'Italia: un cappellino o una maglietta!
This year as usual, we organized two days of Olympic games! The intese challenges engaged all the children, the teacher and us as well.
In the end all the best athletes from each classes received a special prize from Italy: either a t-shirt or a hat!
Abbiamo poi avuto modo di premiare gli atleti più meritevoli di ogni classe con un regalo dall'Italia: un cappellino o una maglietta!
This year as usual, we organized two days of Olympic games! The intese challenges engaged all the children, the teacher and us as well.
In the end all the best athletes from each classes received a special prize from Italy: either a t-shirt or a hat!
VIAGGIO APRILE 2015
Il 16 Marzo siamo partiti per il Kenya. Per quindici giorni abbiamo goduto dell’accoglienza della Romamwe School.
Abbiamo imparato a conoscere i bambini, gli insegnanti, i lavoratori e a far conoscere noi. Abbiamo giocato, abbiamo lavorato, abbiamo seguito e tenuto lezioni.
Abbiamo conosciuto meglio la realtà in cui la scuola è inserita. Abbiamo cercato di capire le difficoltà quotidiane e i problemi più sentiti da loro. Ci siamo interrogati e confrontati riguardo al nostro ruolo nel cercare di risolverli.
On march the 16th we left Italy and went to Kenya. We stayed at Romamwe School for fifteen days and we enjoyed their great hospitality.
We met and finally got to know the children, the teachers and the workers and we also let them to know us more. We played, worked, taught and followed the lessons.
We got the opportunity to better realize the situation and reality of the school. We tried to understand which are the daily difficulties and problems they felt more affected by. We were wandering and asking each other how to find the way to solve them.
Abbiamo imparato a conoscere i bambini, gli insegnanti, i lavoratori e a far conoscere noi. Abbiamo giocato, abbiamo lavorato, abbiamo seguito e tenuto lezioni.
Abbiamo conosciuto meglio la realtà in cui la scuola è inserita. Abbiamo cercato di capire le difficoltà quotidiane e i problemi più sentiti da loro. Ci siamo interrogati e confrontati riguardo al nostro ruolo nel cercare di risolverli.
On march the 16th we left Italy and went to Kenya. We stayed at Romamwe School for fifteen days and we enjoyed their great hospitality.
We met and finally got to know the children, the teachers and the workers and we also let them to know us more. We played, worked, taught and followed the lessons.
We got the opportunity to better realize the situation and reality of the school. We tried to understand which are the daily difficulties and problems they felt more affected by. We were wandering and asking each other how to find the way to solve them.
A lezione-2015
Il modo più veloce per imparare qualcosa sulla scuola: andare a lezione.
Abbiamo seguito alcune lezioni con i bambini e le bambine, meravigliandoci della facilità con la quale spaziano da inglese a swahili a kikuyu (dialetto locale).
Abbiamo fatto conoscenza di tutte le classi: sette le classi di studenti fra i sette e i quattordici anni e una di nursery, fra i tre e i sette anni.
I bambini raggiungono la scuola a piedi, i più lontani da oltre quattro chilometri. I più piccoli sono spesso accompagnati dai nonni o dai fratelli. I pasti si tengono nel cortile della scuola, lo stesso dei giochi, delle assemblee e delle lezioni di ginnastica.
Le lezioni iniziano alle 7.30 e si concludono alle 17.00, per permettere a tutti di ritornare con la luce del giorno. Una decina di loro si ferma a dormire. Provvisoriamente alloggiano nella casa della direttrice. Ci piacerebbe presto costruire un dormitorio dove loro e gli altri che hanno difficoltà a tornare a casa possano stare.
The best way how to understand something about the school system is to go to school and attend the lessons.
We followed a few lessons with the children and we were amazed to see how the children were easily switching from English to Swahili to kikuyu(local dialect).
We visited all the classes: seven classes host children from seven up to fourteen years old and one is for the nursery, with children between three and seven years old.
The children usually go to school by walk, the furthest of them walk from more than four kilometers. The youngest are taken to school by their grandparents or their siblings. The meals are served in the schoolyard, which is the same place where they play, or where the meetings and the physical education take place.
The lessons start at 7.30am and finish at 5pm to let all the students to go back home when the daylight is still present. At the moment, more or less ten students are staying temporarily in the headmaster house. We would like to build a dormitory soon in order to host these and all the other children who have difficulties in coming back home.
Abbiamo seguito alcune lezioni con i bambini e le bambine, meravigliandoci della facilità con la quale spaziano da inglese a swahili a kikuyu (dialetto locale).
Abbiamo fatto conoscenza di tutte le classi: sette le classi di studenti fra i sette e i quattordici anni e una di nursery, fra i tre e i sette anni.
I bambini raggiungono la scuola a piedi, i più lontani da oltre quattro chilometri. I più piccoli sono spesso accompagnati dai nonni o dai fratelli. I pasti si tengono nel cortile della scuola, lo stesso dei giochi, delle assemblee e delle lezioni di ginnastica.
Le lezioni iniziano alle 7.30 e si concludono alle 17.00, per permettere a tutti di ritornare con la luce del giorno. Una decina di loro si ferma a dormire. Provvisoriamente alloggiano nella casa della direttrice. Ci piacerebbe presto costruire un dormitorio dove loro e gli altri che hanno difficoltà a tornare a casa possano stare.
The best way how to understand something about the school system is to go to school and attend the lessons.
We followed a few lessons with the children and we were amazed to see how the children were easily switching from English to Swahili to kikuyu(local dialect).
We visited all the classes: seven classes host children from seven up to fourteen years old and one is for the nursery, with children between three and seven years old.
The children usually go to school by walk, the furthest of them walk from more than four kilometers. The youngest are taken to school by their grandparents or their siblings. The meals are served in the schoolyard, which is the same place where they play, or where the meetings and the physical education take place.
The lessons start at 7.30am and finish at 5pm to let all the students to go back home when the daylight is still present. At the moment, more or less ten students are staying temporarily in the headmaster house. We would like to build a dormitory soon in order to host these and all the other children who have difficulties in coming back home.
Annuario-2015
Le foto di classe della Romamwe Primary School.
I lavori-2015
Procedono a gonfie vele i lavori di costruzione della scuola. Dopo aver completato le fondamenta delle classi Terza e Quarta i muratori James e John stanno costruendo le pareti e il solaio della Terza classe che sarà pronta entro Maggio.
Il prospetto dei lavori prevede il completamento di altre due classi nel corso del 2015.
The works for building the school are straightly going forward. After having completed the basis of the third and forth classes the bricklayers James and John started working on the walls and slab of the third class, which should be finished by the end of May.
The working plan expects to the finish two more classes by the end of the year 2015.
Il prospetto dei lavori prevede il completamento di altre due classi nel corso del 2015.
The works for building the school are straightly going forward. After having completed the basis of the third and forth classes the bricklayers James and John started working on the walls and slab of the third class, which should be finished by the end of May.
The working plan expects to the finish two more classes by the end of the year 2015.
Dare il bianco-2015
Nei primi giorni a Romamwe abbiamo iniziato a dipingere le aule, più per fare conoscenza che per dare il bianco. Ci è sembrato un buon modo per rompere il ghiaccio, e così è stato.
Presto si sono aggiunti a noi alcuni insegnanti. Senza che dovessimo chiederlo loro hanno iniziato a venire dopo le lezioni per aiutarci. E’ stato uno dei primi momenti di contatto e confronto. Lavorare sulle stesse pareti ci ha avvicinato più di quanto avrebbe fatto un incontro più formale e meno spontaneo.
Senza contare che ora le aule sono bianche bianche!
Una volta completato il lavoro pulito, funzionale e ordinato di dare il bianco abbiamo pensato di dare spazio ai bambini. Colori, disordine e fantasia. Abbiamo chiesto loro di lasciare un’impronta colorata con le mani. Ne sono stati lieti, si sono molto divertiti e hanno reso più loro le aule in cui studieranno.
During our first days in Romamwe we started paining the classes, as a way to get to know each other. It seemed us a good way how to have some contacts with some locals and it was.
Soon after we started painting, some teachers joined us. Then they started coming to help us anytime after they finished their lessons. It was one of many moments of contact and comparison between them and us. Painting the same walls helped us to get closer to each other, and it was much better than a common and formal meeting.
Then, we can also say that now the walls of the classes are really white!
After we finished the basic, functional and necessary whitewashing, we decided that was then time to leave them to the children. We asked them to leave a colored hand spoor on the walls. They really liked the idea and they had a lot of fun on doing it and, in this way, they also made the classes where they are studying more cozy and familiar.
Presto si sono aggiunti a noi alcuni insegnanti. Senza che dovessimo chiederlo loro hanno iniziato a venire dopo le lezioni per aiutarci. E’ stato uno dei primi momenti di contatto e confronto. Lavorare sulle stesse pareti ci ha avvicinato più di quanto avrebbe fatto un incontro più formale e meno spontaneo.
Senza contare che ora le aule sono bianche bianche!
Una volta completato il lavoro pulito, funzionale e ordinato di dare il bianco abbiamo pensato di dare spazio ai bambini. Colori, disordine e fantasia. Abbiamo chiesto loro di lasciare un’impronta colorata con le mani. Ne sono stati lieti, si sono molto divertiti e hanno reso più loro le aule in cui studieranno.
During our first days in Romamwe we started paining the classes, as a way to get to know each other. It seemed us a good way how to have some contacts with some locals and it was.
Soon after we started painting, some teachers joined us. Then they started coming to help us anytime after they finished their lessons. It was one of many moments of contact and comparison between them and us. Painting the same walls helped us to get closer to each other, and it was much better than a common and formal meeting.
Then, we can also say that now the walls of the classes are really white!
After we finished the basic, functional and necessary whitewashing, we decided that was then time to leave them to the children. We asked them to leave a colored hand spoor on the walls. They really liked the idea and they had a lot of fun on doing it and, in this way, they also made the classes where they are studying more cozy and familiar.
Batik-2015
In Italia prima della partenza abbiamo seguito alcune lezioni di batik per poter poi insegnare ai bambini. I batik sono dei dipinti realizzati con una tecnica tradizionale africana che prevede la tintura della tela dopo che il disegno è stato fatto con la cera.
Abbiamo proposto un laboratorio in cui gli studenti si sono cimentati in disegni vari.
Prima abbiamo dovuto produrre i telai con delle listelli di legno. Ci è stato prezioso l'aiuto degli insegnanti della scuola. Poi è venuto il momento dei piccoli artisti.
Essendo sulla tela i capolavori sono più duraturi e resistenti di un foglio di carta. Alcune opere sono rimaste a loro, alcune le abbiamo portate con noi. Presto sarà possibile acquistare i batik stessi o oggetti confezionati con essi per sostenere il progetto.
When we were still in Italy before leaving, we followed a few lessons about how to prepare the Batiks, in order then to be able to teach it to the children, once we would have been there. Batiks are painting made with characteristic and typical African technique. It consists of dyeing the canvas after having drawn the picture with wax.
We suggested a workshop where the students tried and made different drawings. Firstly, though, we had to assemble the frameworks with some wood parts. We really needed, at that time, the help of the teachers. And then, finally was the time of our little artists.
Due to the fact that the drawings are done on the canvas, they can last longer than the ones drawn on papers. Some of the paintings were left to them, but we took some of them with us.
It will be possible soon to buy them or other objects, created with them, as a way to support the project.
Abbiamo proposto un laboratorio in cui gli studenti si sono cimentati in disegni vari.
Prima abbiamo dovuto produrre i telai con delle listelli di legno. Ci è stato prezioso l'aiuto degli insegnanti della scuola. Poi è venuto il momento dei piccoli artisti.
Essendo sulla tela i capolavori sono più duraturi e resistenti di un foglio di carta. Alcune opere sono rimaste a loro, alcune le abbiamo portate con noi. Presto sarà possibile acquistare i batik stessi o oggetti confezionati con essi per sostenere il progetto.
When we were still in Italy before leaving, we followed a few lessons about how to prepare the Batiks, in order then to be able to teach it to the children, once we would have been there. Batiks are painting made with characteristic and typical African technique. It consists of dyeing the canvas after having drawn the picture with wax.
We suggested a workshop where the students tried and made different drawings. Firstly, though, we had to assemble the frameworks with some wood parts. We really needed, at that time, the help of the teachers. And then, finally was the time of our little artists.
Due to the fact that the drawings are done on the canvas, they can last longer than the ones drawn on papers. Some of the paintings were left to them, but we took some of them with us.
It will be possible soon to buy them or other objects, created with them, as a way to support the project.
Olimpiadi-2015
Per i più piccoli abbiamo organizzato un evento olimpionico: gare di corsa, di salto in lungo e staffetta. Con gli insegnati ed altri ragazzi invece abbiamo costruito un campo di pallavolo, subito collaudato. Nei giorni successivi è diventato un appuntamento fisso alla fine delle lezioni.
We organized an ‘Olympic event’ for the youngest with running, jumping and relay race competitions. With the teachers and the other children we built a volleyball field, which was immediately used. In the next days a volleyball match after the lesion became a common habit.
We organized an ‘Olympic event’ for the youngest with running, jumping and relay race competitions. With the teachers and the other children we built a volleyball field, which was immediately used. In the next days a volleyball match after the lesion became a common habit.
Don't forget to wash your hands-2015
La scuola, come molte strutture nella regione, non aveva un posto per far lavare le mani ai bambini. Non è una cosa sentita come un'esigenza, molti bambini non sapevano neanche come si facesse.
Noi sappiamo che l'igiene è fondamentale per prevenire infezioni e malattie., così abbiamo pensato di costruire dei lavandini. I primi giorni abbiamo dovuto istituire un momento, prima dei pasti, in cui i bambini dovevano lavarsi le mani. Grazie all'aiuto degli insegnanti è diventato un'abitudine.
Oggi prima di ogni pasto una fila (più o meno ordinata) di bambini fa uso dei nuovi lavandini.
Questa novità ha avuto risonanza nella regione. Nei giorni seguenti alla nostra partenza rappresentanti di altre scuole e strutture sono venuti a vedere i lavandini. Realizzati con materiali acquistati in loco e di uso comune, possono essere facilmente riprodotti da tutti.
In the school, as in many other building in that area, there was not a proper place where the children could wash their hands. Washing the hands is not very common there and they don’t give much importance to it, indeed most of the children did not even know how to do it.
We know that hygiene is necessary in order to prevent infect and disease and spread of them; therefore we decided to build up some sinks. At the beginning we had to establish a specific time, before the meals, during which the children were washing their hands. After a while and with the teachers’ help it became a routine.
Today, before each meal, a (more or less straight) queue of children uses the sinks.
This news made a big echo in the whole region; in the days following our departure, some representatives from other schools and systems came to see the sinks. The sinks are built up with materials found there and therefore, they are easily reproducible in other places and by everybody.
Noi sappiamo che l'igiene è fondamentale per prevenire infezioni e malattie., così abbiamo pensato di costruire dei lavandini. I primi giorni abbiamo dovuto istituire un momento, prima dei pasti, in cui i bambini dovevano lavarsi le mani. Grazie all'aiuto degli insegnanti è diventato un'abitudine.
Oggi prima di ogni pasto una fila (più o meno ordinata) di bambini fa uso dei nuovi lavandini.
Questa novità ha avuto risonanza nella regione. Nei giorni seguenti alla nostra partenza rappresentanti di altre scuole e strutture sono venuti a vedere i lavandini. Realizzati con materiali acquistati in loco e di uso comune, possono essere facilmente riprodotti da tutti.
In the school, as in many other building in that area, there was not a proper place where the children could wash their hands. Washing the hands is not very common there and they don’t give much importance to it, indeed most of the children did not even know how to do it.
We know that hygiene is necessary in order to prevent infect and disease and spread of them; therefore we decided to build up some sinks. At the beginning we had to establish a specific time, before the meals, during which the children were washing their hands. After a while and with the teachers’ help it became a routine.
Today, before each meal, a (more or less straight) queue of children uses the sinks.
This news made a big echo in the whole region; in the days following our departure, some representatives from other schools and systems came to see the sinks. The sinks are built up with materials found there and therefore, they are easily reproducible in other places and by everybody.
Medical project-2015
Abbiamo portato alcuni libri di medicina di base. Sono libri in inglese prodotti appositamente per la regione. tengono conto delle patologie più frequenti, dei medicinali e dei dispositivi disponibili.
Prima di partire abbiamo letto e studiato le varie parti, cercando di approfondire i punti più critici o meno chiari.
A Romamwe abbiamo organizzato un ciclo di lezioni in cui insieme ad alcuni insegnanti e ragazzi abbiamo letto i libri focalizzandoci su alcuni argomenti in particolare come prevenzione, igiene, nutrizione, primo soccorso e sulle malattie più frequenti nella regione. Abbiamo chiarito i loro dubbi, li abbiamo guidati nella consultazione. Abbiamo cercato di fare in modo che i nostri studenti potessero essere insegnanti dopo la nostra partenza. A fine corso abbiamo fatto un esame. I “diplomati” hanno ricevuto un attestato.x
Poche settimane dopo la nostra partenza hanno tenuto una prima lezione di igiene e primo soccorso a cui hanno partecipato 60persone, e contano di mantenere l’impegno.
We brought some books about basis of medicine. They were already written in English especially for that region, thus focusing more on the most frequent pathologies of that area and on the drugs and devices available there.
We read and studied them before leaving and we tried to examine deeper the hardest or unclear points.
Once we were in Romamwe we organized a cycle of lessons, where we read the books together with some teachers and students. We focused especially on topics such as prevention, hygiene, nutrition, first aid and the most common diseases of that area. We cleared up their dubs and we guided them in the books consultation. Our aim was to prepare our students to become themselves teachers after our departure. At the end of the course we also prepared an examination. The ones who passed the exam, received even a certificate.
A couple of weeks after we left, they held their first lesson on hygiene and first aids: sixty people took part in it. Hopefully they will try to keep doing it in the future.
Prima di partire abbiamo letto e studiato le varie parti, cercando di approfondire i punti più critici o meno chiari.
A Romamwe abbiamo organizzato un ciclo di lezioni in cui insieme ad alcuni insegnanti e ragazzi abbiamo letto i libri focalizzandoci su alcuni argomenti in particolare come prevenzione, igiene, nutrizione, primo soccorso e sulle malattie più frequenti nella regione. Abbiamo chiarito i loro dubbi, li abbiamo guidati nella consultazione. Abbiamo cercato di fare in modo che i nostri studenti potessero essere insegnanti dopo la nostra partenza. A fine corso abbiamo fatto un esame. I “diplomati” hanno ricevuto un attestato.x
Poche settimane dopo la nostra partenza hanno tenuto una prima lezione di igiene e primo soccorso a cui hanno partecipato 60persone, e contano di mantenere l’impegno.
We brought some books about basis of medicine. They were already written in English especially for that region, thus focusing more on the most frequent pathologies of that area and on the drugs and devices available there.
We read and studied them before leaving and we tried to examine deeper the hardest or unclear points.
Once we were in Romamwe we organized a cycle of lessons, where we read the books together with some teachers and students. We focused especially on topics such as prevention, hygiene, nutrition, first aid and the most common diseases of that area. We cleared up their dubs and we guided them in the books consultation. Our aim was to prepare our students to become themselves teachers after our departure. At the end of the course we also prepared an examination. The ones who passed the exam, received even a certificate.
A couple of weeks after we left, they held their first lesson on hygiene and first aids: sixty people took part in it. Hopefully they will try to keep doing it in the future.